martedì 23 luglio 2013

23 luglio 2013


…è la novità del 2013; dopo due anni di corsi tradizionali da maggio scorso la scuola di Antintorona si è attrezzata di un piccolo laboratorio informatico.



Grazie a tre nuovi computer portatili donati da “Andrea Cappannoli”, quest’anno il corso d’italiano si è dotato di un nuovo strumento importante… il supporto informatico!!

In questo momento sono a disposizione della scuola sette computer che permettono delle classi di quattordici studenti ognuna. Di questi 7 portatili tre sono personali, ossia utilizzabili solo momentaneamente, mentre gli altri 4 sono di proprietà della scuola e quindi capitale utilizzabile dagli studenti durante tutto l’anno.

 Il laboratorio si avvale di un software estremamente efficace, intuitivo e interattivo e che, soprattutto, non utilizza nessuna lingua tramite per l’insegnamento… ossia si avvale di suoni ed immagini per immergere lo studente nel mondo virtuale della lingua oggetto. Il programma linguistico è disponibile ovviamente anche per l’inglese e per il francese… che saranno, insieme all’italiano, le tre lingue inizialmente insegnate nella nuova scuola di lingue.



Un laboratorio informatico ha una valenza multipla per una scuola come la nostra...

·      Come supporto linguistico è fondamentale:

-       Perché evita lo stato di passività che spesso accompagna alcuni studenti nelle lezioni tradizionali,

-       Aiuta nell’ascolto e nella comprensione, specialmente in ambienti come questo dove non è facile trovare un’insegnante madrelingua che abbia la costanza necessaria per seguire gli studenti durante tutto il corso dell’anno accademico,

-       Non utilizza una lingua tramite obbligando quindi gli studenti ad associare immagini e situazione e parole e concetti… con lo stesso principio d’apprendimento dei bambini con la lingua madre.

·      Come supporto informatico:

-       Importante per avvicinare e far familiarizzare i ragazzi con i computer… imparano così le basi informatiche d’utilizzo e prendono confidenza con la tastiera, il mouse e il touchpad.

-       Come conseguenza logica e di crescita per chi ha già utilizzato i piccoli computer portatili XO donati alla scuola elementare dall’associazione OLPC France.



Speriamo che altri seguano l’esempio di Andrea Cappannoli e che il nostro laboratorio informatico possa arrivare presto ad avere almeno dieci computer portatili.

lunedì 1 luglio 2013

Stefano Palazzi

Primo luglio 2013
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La Pazienza dell’Atleta...
Stefano Palazzi si racconta, da un articolo uscito sulla rivista MODUS nel 2009.

Scuole superiori: L’allora prestigioso Istituto Enrico Fermi.

A 16 anni, sotto la guida dell’allenatore Luciano Marcon, primi due campionati italiani di canoa olimpica per il circolo Tirrenia Todaro.

A 18, ancora due campionati italiani.

A 19 anni l’ISEF… Scuola la mattina, il pomeriggio corsi di canoa per bambini al Tirrenia, poi di corsa a casa per costruire canoe fino a mezzanotte.

Proverbiali erano i colpi di sonno all’ISEF durante le lezioni teoriche.

Con il lavoro della canoa arrivano un po’ di soldi, abbastanza per viaggiare: il sogno di sempre diventa realtà. L’epoca è propizia: Interrail e Skytrain ci aprono orizzonti vastissimi a quattro soldi. Tutti partono alla ricerca di qualcosa.

Dopo l’Europa, gli Stati Uniti e i Caraibi, il mio qualcosa lo trovo finalmente ad Haiti dove incontro Carmelo Pettener e Stefano Landi, entrambi facenti parte di un progetto delle Nazioni Unite in Haiti. Mi introducono al mondo dei poveri e di quelli che per mestiere dovrebbero aiutarli:

- Ospedale di S. Nicolas nel nord del paese, dove nessuno ha mai pagato il medico che dopo sei mesi di attese abbandona il posto;

- Ospedale di Anse d’Inault nel sud con sale operatorie e tutto dove nessun medico era mai entrato;

- programmi di sviluppo di tutti i tipi che per centinaia di ragioni non funzionano mai.

Problemi di gestione? Problemi di coordinamento? Problemi con i differenti governi? O forse solo la malcelata determinazione a fare del male?

Dal 1979 al 1986 torno regolarmente ad Haiti. Nel frattempo la situazione economica e politica del paese si fa grave fino a sfociare in una rivolta di popolo, che come al solito si trasforma in un bagno di sangue. Vivere ad Haiti diventa pericolosissimo. Decido su consiglio di un amico di andare in Madagascar. La disponibilità degli abitanti e la loro situazione di particolare indigenza danno le ali alla mia determinazione a fare qualcosa.

Le lacrime, la vergogna, la rabbia e la tenacia dello sportivo delle lunghe distanza, diventano il mio motore. Il vasto bagaglio di conoscenze tecniche ricevute da mio padre prima e nel lavoro poi è la cassetta degli attrezzi. La complicità morale della mia famiglia e l’educazione romana assurgono a imperativo morale al Fare. Il buonsenso popolare direbbe che è inutile metter dei bambini malati a scuola, com’è fazioso curare uno che sta morendo di fame. La qualità dell’attenzione che una società dà ai propri bambini è indice del suo livello di civiltà. È così che nasce l’idea di un progetto globale dove tutti gli elementi sociali ed economici della vita di un villaggio sono uniti e quindi sviluppati in conseguenza logica, attorno alla figura principe del bambino.

Stefano Palazzi